Gli obiettivi ambiziosi possono essere racchiusi nell’idea di formare persone e cittadini.
La scuola non può più essere un’isola o un’oasi staccata dal tessuto sociale, ma deve necessariamente integrarsi e sfornare cittadini capaci di cambiare in meglio la società.
In particolare il territorio in cui operiamo è un territorio di frontiera in cui malaffare e delinquenza nella generazione precedente a questa la hanno fatta da padrone ed è giunto il momento di creare cittadini che sappiano dire NO, che conoscano il valore di una società integrata e collaborativa, dove la differenza è un motivo di crescita e non un errore da stigmatizzare.
Gli obiettivi da raggiungere sono quelli indicati da alcune delle otto competenze chiave di cittadinanza indicate dalla Comunità Europea ed in particolare
Competenza digitale, Imparare a imparare, Competenze sociali e civiche, Spirito di iniziativa e imprenditorialità e Consapevolezza ed espressione culturale sono quelle competenze necessarie non solo alla buona riuscita del progetto, ma soprattutto alla realizzazione ed alla formazione dei cittadini di domani.
Gli strumenti usati sono innanzitutto la canonica ricerca storica delle fonti e delle simbologie (razziste in questo caso) e poi tutte quelle tecniche tipiche degli Open Data formative di per sé.
Lo studio, infatti, delle licenze Common Creative, delle metodologie di mappatura e dell’idea che quello che tu produci è liberamente disponibile a tutti rende altamente formativo lo strumento utilizzato.
La piattaforma e umap.openstreetmap.fr.
Infine voglio sottolineare con forza la multidisciplinarietà del progetto a cui hanno partecipato la professoressa Maria Campitiello di Lettere e la Professoressa Rosanna Dell'Università di Matematica e Scienze.