La sfida quotidiana di noi docenti in classe di portare “la vita” in mezzo a noi, tra i banchi di scuola spesso così estranei ai nostri ragazzi, inondati dalle parole dei docenti troppo frequentemente vuote e incomprensibili per loro che pensano che la vita, la loro giovane vita, sia altra cosa.
Non il progetto inserito nella nostra attività didattica, ma la nostra attività didattica plasmata a progetto, in un cammino faticoso, quanto stimolante verso un mondo nuovo o forse solo da guardare con occhi diversi
Il progetto nasce dalla partecipazione al bando di concorso “Minorenni e Media”, inerente i contenuti idonei a veicolare con efficacia quanto ritenuto essenziale per divulgare lo sviluppo di un’informazione rispettosa relativa ai diritti delle persone di minore età. Una cl@sse 2.0 ad ind. socio-sanitario -2S, un gruppo di ragazzi collaborativi, una classe creativa del corso moda -2N, alcuni tablet, un tema di attualità e di interesse da sviluppare insieme, la forza del gruppo. Da subito noi docenti, Stella Perrone e Roberta Borgnino, abbiamo avuto il desiderio di trasmettere entusiasmo ai nostri studenti.
Il tema del progetto “Minorenni e media”, oggetto dell’omonimo concorso, (rif: http://www.istruzionepiemonte.it/?p=9646 ), è subito apparso a noi docenti referenti, essere il nostro; sembrava inserirsi nella nostra sfida quotidiana in classe di portare “la vita” in mezzo a noi, tra i banchi di scuola.
Lo studente della nostra scuola non vede nella scuola qualcosa di piacevole o utile, ma solo un luogo in cui non si riconosce e prova disagio, soprattutto se proporre lo studio delle discipline significa fornire sterili parole e teoremi incomprensibili, staccati dalla realtà. Una realtà nella quale ha difficoltà, un mondo che lo emargina, facendolo sentire solo e inutile. I nostri ragazzi vanno “motivati”, lo studio e l’amore per l’attività didattica non è scontato, ma va alimentato e coltivato poco a poco.
I loro disagi di minorenni sono spesso i nostri, perché la scuola, noi docenti tendiamo la mano quando a noi approdano in difficoltà, quando i loro occhi cercano sostegno, quando i loro sguardi meritano la nostra attenzione più approfondita, quando a noi raccontano le loro storie, i loro dubbi le loro paure.
I media sono il loro mondo: cellulari, smartphone, rete, sono appendici dalle quali dipendono in modo ossessivo e inconsapevole, considerandoli “giocattoli”. A noi adulti spetta il compito di educarli all’uso consapevole di “giocattoli” che possono diventare pericolosi, “a leggerne le istruzioni” spesso nascoste, a sviluppare lo spirito critico che li renderà forti.
Quale la nostra missione?
Minorenni e media, un titolo, ma cosa in realtà si celava dietro le due parole?
Ecco, io e Roberta saremmo da lì partite, avremmo posto domande, suscitato il dibattito in mezzo a loro, li avremmo guidati in un viaggio alla scoperta delle loro vite.
Obiettivo primario per noi che l'attività venisse integrata nelle lezioni curricolari e non venisse percepita come elemento a se stante staccato dal contesto. Fasi:
Momenti di formazione: progetto UNICEF, lezioni con la Polizia postale ed esperti-
Organizzazione degli spazi condivisi per la raccolta di dati, informazioni, documenti (Drive)-
Momenti di discussione comune per condividere idee, a stimolare la riflessione collettiva-
Lezioni in aula. I docenti assumono ruoli diversi, condividono obiettivi comuni e realizzano attività diverse nell'ambito delle loro lezioni-
Organizzazione di gruppi di lavoro tra gli studenti; definizione di ruoli, in base alle attitudini di ognuno. Gli studenti sono stati coinvolti nelle fasi di progettazione e stimolati a scegliere impegni e azioni da portare a termine-
Realizzazione del prodotto finale, ilfilmato: copione, scenografia, regia, prove, riprese, montaggio delle scene-
Obiettivi:
Creare un ambiente di studio condiviso di didattica-gioco in un percorso per riportare l’autostima negli studenti, attraverso un apprendimento che li faccia sentire importanti-
Valorizzare la scoperta e non la nozione scodellata dal docente-
Suscitare emozioni, trasmettere entusiasmi-
Acquisire la consapevolezza delle proprie attitudini naturali-
Promuovere un insegnamento creativo: la scuola come palestra di vita e come problem solving-
Creare una comunità di apprendimento con sapere condiviso da studenti e docenti in un luogo preposto alla creazione di risorse comuni-
Abituare al lavoro di gruppo e all’attività laboratoriale-
Abituare a: rispetto dei tempi, gestione autonoma del lavoro, documentazione dello stesso-
Saper analizzare dati/informazioni in modo critico-
Promuovere il raccordo di contenuti, competenze essenziali e saperi-
Educare all’uso consapevole delle ICT e della rete: aspetti sociali e giuridici-
Diffondere le buone pratiche-
Sensibilizzare all'utilizzo corretto dei media nel rispetto dei minori
Attualmente sono stati coinvolti i soggetti del tavolo interistituzionale e interprofesionale “TUTTINRETE”, i docenti e gli studenti delle due classi coinvolte. La fase di diffusione del progetto è proprio la prossima che intendiamo portare avanti, affinchè il lavoro svolto possa essere visibile e di sensibilizzazione per l’intera collettività
Una modalità innovativa di fare didattica: un’attività progettuale che affronti temi di interesse sociale con gli studenti al centro del proprio apprendimento, integrata nelle lezioni curricolari e non percepita come elemento a se stante staccato dal contesto