Il nostro è un progetto di cittadinanza digitale che ha visto impegnati i ragazzi nel censimento e nella mappatura delle scritte sui muri della loro città.
Nasce dalla volontà di alcuni di loro di capire se dalle scritte sui muri potesse evincersi un racconto che sia di disagio o di altro tipo. Hanno cominciato dalle scritte razziste studiandone la simbologia prima, la distribuzione sul territorio dopo.
Il progetto è nato da lunghe discussioni in classe su problemi sociali e che riguardano i ragazzi da vicino. Spesso è interessante abbandonare la pagine dei libri per dedicarsi tutti insieme a discutere e a provare a far crescere nei ragazzi l’amore per il proprio territorio così come ad ingenerare l’idea di cittadinanza attiva.
I ragazzi sono sorprendenti da questo punto di vista ed hanno individuato le scritte sui muri come un indicatore attendibile del disagio giovanile, del bisogno di esprimersi e di problemi di integrazione di una società sempre più interraziale.
Hanno studiato cosa esisteva di analogo trovando esempi del genere in Francia (l’apporto dei colleghi delle altre discipline è stato determinante).
Abbiamo imparato ad usare tecniche di mappatura tipiche degli Open data, riferendoci al sito Umap che fa riferimento a openstreetmap ed abbiamo imparato insieme a costruire un dataset ed a rendere disponibile immediatamente foto e georeferenizazioni.
I ragazzi, impadronitisi delle tecniche, si sono divisi autonomamente in gruppi coordinati tutti da una sola di loro che stabiliva le regole e le esigenze dopo attente riunioni di brainstorming. Il comitato tecnico si è occupato poi della costruzione del dataset e dei file che il sito e la piattaforma interroga.
Alla fine c’è stato il confronto in cui si sono analizzati i risultati non solo tecnici, ma anche sociali e storici.
I ragazzi hanno iniziato con le scritte razziste di natura politica ed hanno momentaneamente interrotto il lavoro per sostenere l’esame di terza media. Adesso che hanno lasciato la scuola continuano a vedersi e a organizzare campagne per implementare il sistema aggiungendo altre fotografie di altre zone della città, ma soprattutto ampliando le categorie mappate rendendo parlanti e fortemente descrittivi tutti i graffiti della città.
I ragazzi, infine, verranno a scuola a formare un’altra generazione di studenti che possa compartecipare e prendere in carico la prosecuzione del progetto.
Gli obiettivi ambiziosi possono essere racchiusi nell’idea di formare persone e cittadini.
La scuola non può più essere un’isola o un’oasi staccata dal tessuto sociale, ma deve necessariamente integrarsi e sfornare cittadini capaci di cambiare in meglio la società.
In particolare il territorio in cui operiamo è un territorio di frontiera in cui malaffare e delinquenza nella generazione precedente a questa la hanno fatta da padrone ed è giunto il momento di creare cittadini che sappiano dire NO, che conoscano il valore di una società integrata e collaborativa, dove la differenza è un motivo di crescita e non un errore da stigmatizzare.
Gli obiettivi da raggiungere sono quelli indicati da alcune delle otto competenze chiave di cittadinanza indicate dalla Comunità Europea ed in particolare
Competenza digitale, Imparare a imparare, Competenze sociali e civiche, Spirito di iniziativa e imprenditorialità e Consapevolezza ed espressione culturale sono quelle competenze necessarie non solo alla buona riuscita del progetto, ma soprattutto alla realizzazione ed alla formazione dei cittadini di domani.
Gli strumenti usati sono innanzitutto la canonica ricerca storica delle fonti e delle simbologie (razziste in questo caso) e poi tutte quelle tecniche tipiche degli Open Data formative di per sé.
Lo studio, infatti, delle licenze Common Creative, delle metodologie di mappatura e dell’idea che quello che tu produci è liberamente disponibile a tutti rende altamente formativo lo strumento utilizzato.
La piattaforma e umap.openstreetmap.fr.
Infine voglio sottolineare con forza la multidisciplinarietà del progetto a cui hanno partecipato la professoressa Maria Campitiello di Lettere e la Professoressa Rosanna Dell'Università di Matematica e Scienze.
Al momento al progetto ha collaborato una sola classe, la III D anno scolastico 2016/2017, ma da quest'anno le classi coinvolte aumenteranno. Il progetto è di estendere il progetto non solo alla scuola, ma costituire una rete di scuole che lavori sulla stessa mappa e con gli stessi obiettivi, in un enorme lavoro civico fatto da una intera generazione di studenti.
La scuola deve unirsi al territorio e lavorare per sviluppare coscienze. Limitarsi alle sole conoscenze e alle sole abilità non ci consente di portare a termine il nostro patto educativo, ovvero la formazione di cittadini.