Quanto un utente si lascia condizionare dai social network sites? E quanto si può ottenere con questi strumenti? Una semplice sfida, una notifica come tante, che può far luce su questi interrogativi e regalare e regalarci un sorriso.
Mi chiamo Micaela Migliore, studentessa della Sapienza, al primo anno della facoltà di Comunicazione, tecnologie e culture digitali. Il mio piccolo progetto nasce da un racconto che ho scritto tempo fa, ispirato ai tanti articoli che ho letto e alla città in cui vivo, Roma.
"Il social network è il mio migliore amico. Ogni giorno trascorro ore in sua "connessione", concentrata a fissare lo schermo per farmi raccontare pettegolezzi e scampoli di vita altrui. La sera, prima di lasciarmi andare al sonno, leggo la buonanotte degli utenti, quegli stessi che al mattino si augurano che la mia giornata proceda al meglio. E' un amico affidabile e costante.
L' altra mattina stavo camminando per andare all' università e leggevo del gran pasto che Amedeo aveva appena gustato. Mi ero soffermata sui commenti, alcuni lusinghieri, altri critici. I critici erano sicuramente invidiosi, chissà che pasto scarno e insoddisfacente avevano consumato...non avevano neppure trovato il coraggio di pubblicare una foto a testimonianza di ciò che avevano ingurgitato. All' improvviso, urla da più parti mi distraggono dalla lettura. Mi guardo intorno, ma non noto nulla di diverso. La curiosità mi ha spinta a domandare cosa fosse successo alla signora con lo sguardo assorto a fissare il cielo e la mano penzolante chiusa a pugno per arpionare lo smartphone. Rinsavita al suono della mia voce, recupera l' apparecchio telefonico per un veloce aggiornamento del suo status digitale e comincia a scrivere frettolosa. Ok, mi stava ignorando. Mi avvicino ad una bimba di pochi anni in lacrime perchè la madre le aveva scippato il tablet dalle mani per poter scrivere qualcosa anche lei, ma...la bimba era troppo disperata per potermi dare qualche indicazione.
Un signore con il suo cane stava accovacciato a scrivere su un taccuino...non possedeva nessun dispositivo elettronico e probabilmente non aveva la possibilità di stringere amicizia con un social network. Con lo smartphone in tasca, sono riuscita a guardarlo fisso negli occhi, lui che ogni mattina sosta sul ciglio della strada che conduce all' università. Mi avvicino. "Ciao, sai dirmi perchè la gente ha urlato poco fa?", gli domando curiosa. "Sì, un uomo volante ha sorvolato questo tratto di cielo per qualche secondo...mi dispiace che tu non sia riuscita a vederlo. Ma succedono tante cose strane per strada, se ti fermassi ogni mattina a salutarmi ti racconterei un mucchio di episodi bizzarri che i miei occhi riescono a catturare! Hai carta e penna? Non so più dove appuntare quello che vedo ". Avevo uno zaino pieno di penne e quaderni. Ho ceduto ben volentieri ciò che a lui occorreva e ho ricevuto in cambio un sorriso: la ricompensa migliore che potesse derivare da quel mio piccolo gesto.
I like sono arrivati a cascate quando ho condiviso quell' episodio con i miei contatti e allora ho avuto un' idea.".
Un gioco: alza lo sguardo, scruta ciò che ti sta intorno e condividi il tuo contributo...tieniti pronto! La notifica può arrivare in qualunque momento..
Parodie e accuse piovono addosso ai social network sites, come se fossero la principale causa di distacco dalla realtà. Il social network è uno strumento entrato nella nostra quotidianità. Uno strumento che spesso ci vede passivi e poco propositivi, che impoverisce anziché aggiungere qualcosa alle nostre vite. Spesso ci capita di controllare la home-page anche solo per prassi consuetudinaria. E se...esistesse una applicazione che ci chiedesse: " alza lo sguardo, e fà qualcosa! " ?. Gli utenti seguirebbero il consiglio oppure lo ignorerebbero? E se l' utente alzasse lo sguardo e scrutasse lo spazio intorno con attenzione, spronato dall' incentivo dei like e della sfida ingaggiata con un altro utente, farebbe qualcosa? Magari potrebbe porgere una mano alla donna che è rimasta incastrata nella grata stradale o un' anziana che trascina a fatica le buste della spesa. Oppure potrebbe chiedere al mendicante se, oltre alla donazione di denaro ( di cui non tutti dispongono ), si possa fare qualcosa per lui . O anche far sedere la donna incinta al proprio posto in autobus e raccogliere la carta che rotola vicino al cestino della spazzatura cercando di allontanarsi sempre più. Sarebbero tanti i piccoli gesti solidali da poter mettere in atto anche solo per vincere una sfida social. Il social network riuscirebbe a influenzare le nostre azioni?
Ancora nessuno. Tanti commenti positivi, ma nessun contributo alla realizzazione.
Questo progetto dovrebbe attribuire una funzionalità positiva ai social network tanto criticati sotto vari aspetti ( serbatoi di alienazione, distacco, discriminazione, violenza...). Inoltre si proporrebbe di spronare alla coesione e cooperazione i tanti utenti dei social.