19 ottobre 2012, Sala della Protomoteca, Campidoglio.
Sindaco di Roma, Gianni Alemanno
Autorità Politiche delle Città qui presenti,
Studenti, Professori, Genitori,
Signore e Signori,
Il Global Junior Challenge si riunisce di nuovo qui al Campidoglio per celebrare non solo eccellenza, generosità, solidarietà e creatività, ma anche l’energia e la determinazione necessaria a innovare la società. Siamo qui perché siamo preoccupati, ma anche risolutamente decisi a migliorare il mondo, specialmente per le generazioni a venire che erediteranno il mondo costruito dagli adulti di oggi.
L’umanità ha un forte bisogno della virtuosità che celebriamo qui per affrontare le grandi sfide che si erigono e continueranno ad erigersi davanti a noi negli anni a venire.
Viviamo in un mondo complesso e in rapida evoluzione. La scienza e la tecnologia hanno fatto passi da gigante in molte aree direttamente connesse al nostro benessere professionale e personale. La genetica, la biotecnologia, le neuroscienze, la nanotecnologia, la robotica, l’intelligenza artificiale, le bio-interfacce, le tecnologie cognitive, il web 2.0 e 3.0, la tecnologia virtuale immersiva e tante altre discipline possono essere applicate trasversalmente a una serie di settori personali e professionali: salute, educazione, ambiente, sicurezza, intrattenimento, ecc. Il futuro ci consegnerà immensi sistemi socio-tecnici capaci di gestire un flusso impressionante di dati raccolto attraverso sensori installati ovunque. Questi dati – chiamati big data in virtù della loro magnitudine – ci forniranno dati in tempo reale che non solo cambieranno i nostri comportamenti, ma ci permetteranno anche di risolvere problemi come l’inquinamento, il traffico e le epidemie. Queste conquiste tecniche e scientifiche miglioreranno lo sviluppo della società umana e ci condurranno verso un rapporto più armonioso con gli altri, con la società e con il pianeta.
Inoltre, vi è una lunga serie di altre innovazioni che interagisce, utilizza, permette e stimola l’ulteriore sviluppo della scienza e della tecnologia: organizzazione, governance, gestione delle conoscenze, didattica individuale e per l’apprendimento sociale, ambienti per l’innovazione sociale e tecnologica, ambienti di simulazione per l’intrattenimento, etc.
Sembrerebbe un quadro perfetto e, in effetti, c’è chi immagina, senza guardare troppo lontano, un mondo capace di sostenere ogni essere umano. In un libro intitolato Abundance: The Future is Better than You Think(Abbondanza: il futuro è meglio di quanto crediate), gli autori Peter Diamandis e Steven Kotler postulano che tra venticinque anni, nonostante che saremo in 9 miliardi sul pianeta terra, avremo tutti acqua pulita, alimenti nutrienti, alloggi a basso costo, istruzione personalizzata, cure mediche d’avanguardia e un surplus di energia non-inquinante. E tutto ciò ci permetterà di perseguire i nostri sogni e le nostre aspirazioni, liberi da ogni sorta di repressione politica. Bello, no?
Certo che sarebbe bello. E’ una prospettiva ottimistica e attraente. La sottoscriverei all’istante se non fosse che alcune delle realtà che ci circondano non ci spingono a tanto ottimismo. E’ necessario lavorare assiduamente per migliorare il mondo e avvicinarci a questa visione ... se non nel 2025, forse potrà avverarsi comunque in questo secolo.
Prendiamo in esame alcune delle parole che descrivono l’Italia odierna: profonda crisi economica, crescita zero, produttività bassa, evasione fiscale, corruzione, disoccupazione, lavoro precario, NEET, la generazione perduta di Monti, avarizia imprenditoriale e individuale, debolezza istituzionale, invecchiamento della popolazione, insufficiente progresso verso l’istruzione del 21° secolo, problemi ambientali, ecc. Tutti questi problemi sono correlati. Sono l’espressione di un modello di società che nel corso degli anni a progressivamente perso dinamismo, diventando sempre più rigido e paralizzato: un atteggiamento suicida nell’epoca dell’Euro e della globalizzazione.
Oggi, si tenta di invertire questo percorso e la maggioranza degli italiani ne paga l'alto costo. Il governo è riuscito a mettere freno all’instabilità finanziaria e la minaccia d’insolvenza del Paese, ma questa, forse, è stata la parte meno difficile. Rimane da vedere se e come il Paese riuscirà a dipanare il problema attinente alla rigidità della propria struttura sociale e identificare un nuovo dinamismo che permetterà di progredire speditamente verso una società della conoscenza basata sulla fiducia, l'eccellenza, il merito e un senso di comunità e nazione nel cuore dell’Europa. Soprattutto, però, è essenziale che i benefici di questo rinnovato dinamismo siano inclusivi e ad appannaggio di ogni cittadino: giovane, adulto o anziano. E allora perché non immaginare non solo un'Italia capace di superare la crisi, ma anche di diventare un vero e proprio leader europeo e globale, un’Italia che sappia affrontare alcuni dei problemi fondamentali che oggi affliggono l'umanità. L’Unione Europea ha indicato le sfide globali che richiedono un’azione urgente e ha già reindirizzato una parte importante del bilancio di Horizon 2020 verso progetti che mirano a risolvere tali questioni attraverso innovazioni sociali e tecnologiche. Paradossalmente, ritengo che l’Italia, nonostante la gravità della crisi sociale che attanaglia istituzioni e individui, sia capace di fornire alcune delle soluzioni più innovative e incisive a queste sfide. Il governo Monti ha già dimostrato che ciò è finanziariamente possibile. Ora, è necessario che anche gli altri settori diano esempio della stessa tenacia. I settori no-profit, sociali, istituzionali e comunitari devono lavorare congiuntamente e con determinazione per risvegliare, rinforzare e incanalare l’enorme potenziale di risorse ed energie rappresentato dagli individui, le organizzazioni e le comunità del Paese.
Chiaramente questa è una sfida di proporzioni epiche. Come affrontarla? Non c’è alcuna formula semplice. Servono una miriade d’iniziative per creare un futuro migliore, tra cui le riforme strutturali necessarie a sbloccare il dinamismo, le eccellenze, l’innovazione e la solidarietà del Paese.
Alla Fondazione Mondo Digitale crediamo che l'istruzione sia al nucleo di ogni soluzione. L’istruzione però non va intesa unicamente come quella formale impartita da scuole, università e altre agenzie di formazione, ma include anche l'educazione informale acquisita tramite la famiglia, la comunità e la società. L’istruzione è composta non solo da materie formali (in continua evoluzione), ma anche da abitudini, attitudini e competenze per la vita che rappresentano gli elementi fondamentali dell’istruzione del 21° secolo. Soprattutto, l’istruzione deve essere permanente, poiché non serve solo a ottenere un posto di lavoro migliore, ma serve a migliorare la vita di ogni cittadino in modo che egli possa diventare responsabile e svolgere un ruolo attivo in una società migliore.
Questa “educazione alla vita” è necessaria se l’Italia ha intenzione di reinventarsi e conquistare una posizione tra i leader globali, una posizione che le spetta per i tanti talenti del Paese, per un patrimonio culturale senza pari, per una storia di grandeur che risale all'Impero Romano, per avere dato vita al Rinascimento ed essere stata testimone della ricostruzione post-guerra che ha creato una delle prime potenze economiche mondiali.
Il progresso scientifico e tecnologico ha trasformato le modalità d’insegnamento, d’’apprendimento e di organizzazione di scuole, università e strutture educative e contribuirà significativamente all’educazione alla vita. Queste discipline, infatti, hanno portato: rinnovamento dei programmi didattici, capacità di apprendimento e innovazione, competenze su tecnologia, media e flussi d’informazione, sistemi di valutazione, ambienti di apprendimento nelle scuole e nelle istituzioni e traguardi per lo sviluppo professionale. Inoltre, il progresso scientifico e tecnologico facilita l’apprendimento integrato di competenze per la vita, formali e informali, quali: comunicazione, pensiero critico, risoluzione dei problemi, impegno, lavoro di squadra, sviluppo di comunità, comprensione interculturale, responsabilità sociale, gestione di progetti, innovazione e imprenditorialità. Queste competenze stanno lentamente permeando il sistema dell’istruzione, ma il percorso per integrarle nel sistema è ancora lungo. Eppure sono un elemento essenziale affinché l’educazione alla vita possa reinventare il Paese e portarlo verso un nuovo rinascimento.
La Fondazione Mondo Digitale persegue il sogno di una società della conoscenza democratica. Il nucleo di questa missione è imperniato sull'educazione alla vita e, in particolare, sull’alimentazione delle competenze vitali e l’eliminazione di ogni barriera che escluda qualsiasi individuo dai benefici di una società della conoscenza. A questo fine abbiamo sviluppato programmi innovativi per abbattere ogni sorta di barriera – sia essa digitale, di genere, intergenerazionale, interculturale o di qualsiasi altra natura - che discrimini contro la realizzazione del pieno potenziale d’individui e di società. Abbiamo approntato conoscenze, strumenti, piattaforme, eventi e progetti che hanno influito positivamente sulla vita di molte persone, in collaborazione con organizzazioni di ogni settore, ma soprattutto con le scuole in Italia e all’estero. Abbiamo conosciuto persone meravigliose: giovani e anziani impegnati, come lo siete voi. Ogni innovatore avrà un ruolo chiave nel nuovo rinascimento del Paese. Siete persone che hanno un altro scopo nella vita: aiutare i più sfortunati, donare, condividere, sostenere e cooperare con gli altri, e al contempo crescere come cittadini responsabili nelle proprie comunità e nella società. E tutto ciò è fondato sull’esercizio delle virtù fondamentali - generosità, solidarietà, compassione, equità, integrità, umiltà e merito – che non sono altro che i pilastri essenziali di una società libera, giusta, equa e sicura.
Oggi, più che mai, è di questo che abbiamo bisogno. La reinvenzione del Paese passa attraverso la reinvenzione dei propri cittadini che dovranno abbandonare un comportamento predominantemente egoista, materialista e socialmente indifferente per diventare generosi, liberi e adottare un comportamento responsabile verso la società e il pianeta. Dobbiamo mettere fine a una cultura e un’educazione alla vita che riduce la nostra ricca multi-dimensionalità umana al mero ruolo di consumatori e individui assuefatti dal potere.
Nel suo libro Consumo Dunque Sono (2007), Zygmunt Bauman illustra bene la situazione di vita nella quale siamo intrappolati e per tanto la sfida davanti a noi per rinforzare e incanalare le migliori energie della società verso la costruzione di un futuro degno per noi e le nuove generazioni. Bauman descrive la società liquido-moderna:
“Il consumismo … associa la felicità non tanto alla soddisfazione dei bisogni … ma piuttosto alla costante crescita della quantità e dell’intensità dei desideri, il che implica a sua volta il rapido utilizzo e la rapida sostituzione degli oggetti con cui si pensa e si spera di soddisfare quei desideri; … Nuovi bisogni richiedono nuove merci, nuove merci richiedono nuovi bisogni e desideri; l’avvento del consumismo inaugura l’era dell’obsolescenza programmata dei beni offerti sul mercato.” Questa società ci impone un contesto “inadatto alla pianificazione, all’investimento, e all’accumulazione di lungo periodo …” (p.40)
Per uscire da questa profonda crisi e avverare il sogno di un nuovorinascimento, il Paese deve mirare al lungo termine e implementare processi sistematici d’innovazione sociale che coinvolgano ogni settore della società. Inoltre, va contestata e gradualmente cambiata la dinamica dell’obsolescenza programmata sostenitrice di una felicità superficiale basata sul circolo imperfetto "merci-desideri-bisogni" che marginalizza ogni individuo escluso dalla società del consumismo. Abbiamo bisogno di riscoprire e vivere a pieno la nostra umanità, individualmente e collettivamente, e trarre beneficio dalla nostra ricchezza e bellezza individuale e potenziale. Facciamo tutti parte di una specie meravigliosa e assieme possiamo realizzare l’impensabile se solo avremmo la volontà di esprimere quanto di meglio è in ognuno di noi.
Prima di concludere desidero condividere con voi un sogno, un sogno che intende contribuire allo sviluppo di una società nella quale l’educazione alla vita sostiene comportamenti individuali e sociali che siano predominantemente generosi, liberi e responsabili verso la società e il pianeta. E siete voi che inspirate questo sogno, con la meravigliosa creatività e generosità dei vostri progetti. E’ un sogno basato sulla solidarietà, l’innovazione e l’eccellenza di chi desidera migliorare la propria comunità, la propria società, donando tempo e talento, come oggi fanno attivisti e volontari. Noi li chiamiamo “Volontari del 21° Secolo” poiché sono fondamentali per progredire verso un’educazione alla vita fondata sull’apprendimento sistematico delle competenze vitali e l’esercizio sistematico delle migliori virtù. L’educazione alla vita deve sviluppare e utilizzare il meglio che vi sia in termini di scienze e tecnologie per l’istruzione e l’apprendimento. Essa deve essere attiva, empirica, orientata a creare progetti e capace di personalizzare la collaborazione atta a ottenere il pieno potenziale di ogni individuo. Inoltre, l’educazione alla vita deve essere saldamente radicata nelle comunità e nei territori, poiché l’apprendimento empirico e l’utilizzo di competenze vitali e virtù devono essere applicati a processi reali di miglioramento tramite i quali è possibile sviluppare e applicare capacità innovative, imprenditoriali e risoluzione dei problemi. Essa va utilizzata in maniera integrata così che possa agire sia sulla dimensione fisica (il territorio), sia su quella virtuale (on-line), entrambe elementi fondamentali per il successo in questo secolo. Questi processi territoriali e virtuali devono diventare l’area dedicata all’educazione alla vita ed essere progressivamente integrati con il sistema dell’istruzione per creare ambienti educativi aperti nei quali le famiglie, le organizzazioni dedicate all'istruzione e le comunità possano interagire per contrastare il riduzionismo della società liquida e realizzare il pieno potenziale che possiamo raggiungere come individui, comunità e umanità.
Ringrazio tutti gli innovatori qui riuniti. La vostra presenza è motivo di gioia e celebrazione. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per rendere questa celebrazione una realtà, incluso il Comune di Rome che ci ha sempre sostenuto. Assieme, sono convinto che possiamo moltiplicare il potere dei nostri rispettivi sogni.
Grazie!
Alfonso Molina, professore di Strategia delle tecnologie all'Università di Edimburgo e direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale.
Il discorso del professor Alfonso Molina in inglese
Professor Alfonso Molina's speech in english (
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