Obiettivi raggiunti?

 

Si parte da un problema contingente, si provano strategie e soluzioni, si costruisce un progetto di intervento. Nascono così i progetti presentati alle diverse edizioni del Global Junior Challenge. Sono storie diverse che testimoniano il difficile percorso contro la disuguaglianza e la povertà, ma sono anche soluzioni esemplari che possono diventare patrimonio della comunità internazionale. Si scopre così che tra gli Obiettivi del Millennio – sconfiggere inadeguatezza dei redditi, fame, disuguaglianza di genere, degrado ambientale, mancanza di istruzione, assistenza sanitaria e fonti idriche – e le priorità individuate dai giovani di tutto il mondo nei loro progetti c’è da sempre una straordinaria convergenza, perché solo insieme si lavora per lo sviluppo umano.

 

La 7ª edizione del Global Junior Challenge coincide con due eventi straordinari: il 2015 Anno europeo per lo sviluppo, la scadenza dei Millennium Development Goals (MDG) delle Nazioni Unite e la nuova Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che raddoppia gli obiettivi.

 

 

Informare, sensibilizzare, coinvolgere i cittadini europei sui temi della cooperazione e dello sviluppo globale. Sono questi gli obiettivi dell’Anno europeo per lo sviluppo proclamato per il 2015 con una decisione del Consiglio e del Parlamento Europeo, con il motto “il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro”.

Inoltre, sin dalla sua nascita, il Global Junior Challenge ha posto particolare attenzione ai progetti di autosviluppo, attuati dagli stessi paesi a più basso reddito per le fasce della popolazione in situazione più critica.

 

Quest’anno i progetti che provengono dai paesi in fondo alla classifica stilata in base agli indici di sviluppo umano sono 21. Sono quasi tutti ideati e realizzati da paesi africani. Solo quattro sono asiatici e provengono tutti dal Pakistan.

 

Tra i progetti presentati c’è “TELECOMMUNICATIONS BASED RESEARCH AND DEVELOPMENT”, realizzato in Niger, lo stato con il più basso reddito pro capite (poco più di 400 dollari), quello cioè proprio in fondo alla classifica. È attuato da un’istituzione privata, Centre for Professional Training Institute che si trova a Ibadan,  la seconda città per popolazione, capitale dello stato di Oyo, e partecipa nella categoria "ICT per la sostenibilità ambientale".

 

Nonostante l’abbondanza di risorse minerarie il paese è uno dei più poveri del mondo sia per la diffusa corruzione sia perché i ricavi sono in gran parte trattenuti dalle compagnie minerarie. Così continuano a essere essenziali gli aiuti internazionali (vedi gli interventi della Cooperazione italiana allo sviluppo in Niger). L’attività più diffusa è l’agricoltura, ma è continuamente minacciata da carestie e desertificazione.